domenica 3 novembre 2019

Lettera a un bambino mai nato

Rieccomi a voi miei cari mangiatori di libri!^O^
Quest'estate lessi "lettera a un bambino mai nato" che rappresenta in modo tutto particolare una parte degli anni 70, quella sulle donne e la gravidanza. Inutile girarci attorno, tutti conosciamo la legge ed ai giorni nostri non si fa più un mistero, eppure in quel periodo ogni cosa era diversa eppure uguale a oggi.
Per capire meglio le mie parole vi lascio alla recensione e se non siete interessati a questo argomento, allora ci sentiamo alla prossima.
Cris
 
Lettera a un bambino mai nato
di Oriana Fallaci
Edizioni: Bur
Cartaceo: 10,00 €
E-book: 7,99 € Amazon
 
Trama:
Il libro è il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio guardando alla maternità non come a un dovere ma come a una scelta personale e responsabile. Una donna di cui non si conosce né il nome né il volto né l'età né l'indirizzo: l'unico riferimento che viene dato per immaginarla è che vive nel nostro tempo, sola, indipendente e lavora. Il monologo comincia nell'attimo in cui essa avverte d'essere incinta e si pone l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà nascere a lui? Nel tentativo di avere una risposta la donna spiega al bambino quali sono le realtà da subire entrando in un mondo dove la sopravvivenza è violenza, la libertà un sogno, l'amore una parola dal significato non chiaro. Con la prefazione di Lucia Annunziata.
 
 

"Non sono io la donna del libro. tutt'al più le assomiglio, come può assomigliarle una donna qualsiasi del nostro tempo che vive sola e che lavora e che pensa. Proprio per questo, perché ogni donna potesse riconoscersi in lei, ho evitato di darle un volto, un nome, un indirizzo, un'età."
 
Per ogni libro esiste un tempo perfetto per leggerlo, un'età che te lo faccia piacere e capire, il mio si è rivelato essere pochi giorni fa quando decisi che era giunto il suo momento. Ora non posso scrivere una recensione che sia logica della narrazione, dei personaggi e dei sentimenti, impossibile perché il vero fulcro della storia non è la trama bensì l'argomento, i pensieri di questa donna che ti fanno riflettere, pensare e renderti dubbiosa.
Cosa fare quando si scopre di aspettare un bambino?
Questa domanda viene posta in continuazione nella lettera, dove una futura mamma si domanda, si chiede se sia giusto mettere al mondo una creatura solo perché è successo, solo perché lo si desidera e come farlo, in un mondo dove ogni cosa è violenza, sopravvivenza e allo stesso tempo sogno e speranza?
Le sue paure, i suoi dubbi la rendono vicina alle donne perché ognuna di noi si potrebbe trovare, o si è trovata, a dove scegliere se dare alla luce il proprio bambino. Ma quali conseguenze posso diventare reali in una vita creata per l'uomo?
Diciamolo pure, noi donne siamo sempre penalizzate in quanto esseri femminili, dobbiamo lavorare il triplo per farci strada e se ci riusciamo, quante offese o sguardi maliziosi dobbiamo sopportare? E quante di noi hanno sofferto per non essere mai abbastanza nel mondo del lavoro? Quanto bisogna sudare e lottare per restare in piedi tra una folla di uomini?
Tutte noi abbiamo passato questo e pensare che nulla sia cambiato, anzi, si hanno alcuni diritti ma a quale prezzo?
Quindi con quale coraggio mettere al mondo un bambino che potrebbe essere una futura donna, e allo stesso tempo desiderare con tutto il cuore che nasca perché sentiamo che sia la cosa giusta e perfetta per noi.
Si toccano punti molto importanti in questo libro dall'essere una donna in carriera e pronta a  dedicarsi anima e corpo al proprio lavoro, all'aborto in cui la protagonista ci pensa e a come ogni cosa potrebbe essere più facile senza quel piccolino. Oppure i pensieri dolci per una maternità che potrebbe essere magnifica, una vita col proprio bambino e dovergli insegnare a vivere al meglio.
Una parte che mi ha preso e interessato tanto è stato il sogno dove lei viene messa davanti ai giudici, che in realtà sono soltanto le persone che le sono attorno. E di come ogni uomo le dia contro per la sua indecisione, per la sua voglia di vivere comunque il suo lavoro e procedere alla sua carriera. Allo stesso tempo le donne che la difendono perché comprendono ogni lato dell'essere femmina e quindi cercano di darle il supporto e la loro esperienza.
Alla fine l'unico giudizio che fa la differenza, non è quello degli altri, ma il nostro perché il giudice più severo per noi stessi siamo noi medesimi. Inutile girarci attorno, ogni donna è la peggiore nemica di sé e allo stesso tempo la migliore, quindi anche in questo caso la protagonista deve lottare contro se stessa in ogni modo possibile.
Non posso dare una "valutazione" di questo libro perché sarebbe come valutare il complesso, difficile e meraviglioso mondo dell'universo femminile però vi consiglio di leggere questa lettera quando si è abbastanza pronte ad affrontare tutte le domande che vengono poste.
Un'ultima nota, questo libro è stato scritto nel 1975 e tutt'ora è attuale per la situazione della donna, dei suoi modi di vivere e di come ci si pone in un mondo costruito dagli uomini.
Cris
 


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